L’e-commerce in Europa, un’opportunità per l’export.
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Una premessa
Negli ultimi due anni l’e-commerce in Europa ha registrato una crescita importante, complice anche la pandemia che ha costretto il mondo intero ad acquistare via internet non potendo accedere ai negozi materiali.
Il cambiamento nelle abitudini d’acquisto è diventato un’abitudine regolare per molti consumatori che continuano ad acquistare online e le indagini sembrano indicare come nel Vecchio Continente questa preferenza per l’acquisto online continui a crescere e a interessare fette sempre più grandi del mercato.
Una panoramica sull’e-commerce in Europa
Il rapporto pubblicato nel 2021 sull’e-commerce in Europa mostra come, fra tutte le suddivisioni geografiche del Vecchio Continente, sia la l’Europa occidentale è la regione più forte in termini di fatturato nell’e-commerce B2C, detenendo il 64% del fatturato totale nel 2020. Al secondo posto segue l’Europa meridionale con il 16% del fatturato totale, mentre l’Europa centrale (8%), l’Europa settentrionale e orientale (entrambe 6%) sono ultime.
L’e-commerce in Europa si configura come un mercato ampio ma anche molto diversificato: le digital skills e le infrastrutture digitali non sono distribuite uniformemente nei paesi che compongono l’Unione.
Altri risultati chiave mostrano che l’uso di Internet in Europa è aumentato all’89% nel 2020, rispetto all’87% nel 2019 e all’85% nel 2018, con l’Europa occidentale (95%) che ha recuperato terreno rispetto al Nord Europa (96%). Il numero di acquirenti online è aumentato più rapidamente nel corso del 2020 rispetto agli ultimi 4 anni, con il 71% della popolazione che ha acquistato da un e-store (rispetto al 66% nel 2019 e al 64% nel 2018).
Per quanto riguarda i paesi che si distinguono per la percentuale più alta di e-shoppers, ossia di clienti di e-commerce in Europa, nelle prime 5 posizioni svettano:
- Regno Unito, con il 92% della popolazione che compra quotidianamente online
- Paesi Bassi, con il 91%
- Svizzera e Danimarca con il 90%
- Germania e Norvegia con l’87%
- Svezia con l’86%
L’Italia, con il suo 54% di popolazione e-shopper, si colloca nella bottom ten dei paesi europei. Un dato che dovrebbe farci riflettere, dal momento che l’Italia è tuttora la terza economia dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda i principali prodotti e servizi che vengono acquistati in Europa, in prima posizione si colloca il settore dell’abbigliamento e degli accessori, segue l’entertainement con il mondo film (sia come download che come abbonamento a servizi di streaming) e segue in terza posizione l’acquisto di mobili e arredamento casa-giardino.
E da quali venditori ci si rivolge? In media i consumatori UE preferiscono acquistare dai venditori dello stesso stato d’appartenenza per poi preferire venditori di altri paesi UE (l’Italia pure rientra in questo trend: i consumatori italiani preferiscono acquistare principalmente da e-seller italiani e poi rivolgersi ad altri e-seller europei).
Ma se questi sono i comportamenti dei consumatori europei e le loro preferenze… cosa dire delle aziende europee? Occorre fare una distinzione tra piccole aziende e grandi aziende.
Piccole e medie imprese europee
Le piccole e medie imprese europee (si considerano piccole-medie imprese quelle realtà che impiegano dai 10 ai 249 dipendenti), mostrano più bassi livelli di implementazione di tecnologie digitali, nello specifico:
- Solo il 20% circa delle pmi europee registra vendite con strumenti digitali;
- Questo dato scende al 17% (per vendite B2C, per quanto riguarda le vendite B2B la percentuale si assesta al 14%)se si registrano solo vendite di web-sales, attraverso siti web, app o marketplaces;
- Le PMI che fanno utilizzo di dati lavorati internamente tramite tecnologie di machine learning sono solo il 2%;
- La percentuale di utilizzo di chatbot o assistenti virtuali per rispondere alle richieste dei clienti è del 2%;
- Solo il 6% delle PMI fa utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale;
Grandi imprese
Le grandi imprese (si intendono quelle realtà con più di 250 dipendenti), la situazione cambia leggermente ma mostra sempre ampi margini di miglioramento:
- Il 43% circa delle grandi imprese europee registra vendite con strumenti digitali;
- Questo dato scende al 28% (per vendite B2C, per quanto riguarda le vendite B2B la percentuale si assesta al 18%)se si registrano solo vendite di web-sales, attraverso siti web, app o marketplaces;
- Le grandi imprese che fanno utilizzo di dati lavorati internamente tramite tecnologie di machine learning sono solo il 11%;
- La percentuale di utilizzo di chatbot o assistenti virtuali per rispondere alle richieste dei clienti è del 6%;
- Mentre il 17% delle grandi imprese fa utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale;
Una panoramica sugli e-store del Mercato Unico
Abbiamo gettato una luce sull’andamento dell’ecommerce in Europa e abbiamo visto le caratteristiche digitali delle pmi e grandi imprese, ora gettiamo uno sguardo sui tratti distintivi degli e-seller europei.
Quali canali usano? Quali sono i principali trends? Analizziamoli insieme.
Metodi di contatto
Essere reperibili è importante per poter offrire al cliente l’assistenza di cui ha bisogno.
In un mondo sempre dove le tecnologie aumentano, aumentano anche i touchpoints a disposizione e questo si rispecchia anche nel numero medio di canali che gli e-store europei mettono a disposizione dei clienti.
Il numero medio di opzioni di contatto è 3.3 e a seconda del settore, possono variare (nel settore moda va forte come strumento l’instant messaging, mentre i servizi di chat sono poco utilizzati negli e-store di beni alimentari).
Al netto delle differenze che variano da settore in settore, a livello generale questa è la classifica dei metodi di contatto più comunemente impiegati:
- Telefono, con il 90% degli e-store che offre il servizio
- Indirizzo di posta elettronica, con il 74%
- Moduli di contatto, con il 66%
- Chat, con il 47%
- Instant messaging e VoIP, con l’11&
- Fax, con l’8%
Uso dei social nell’e-commerce in Europa
I social media sono parte integrante della nostra quotidianità e per questo motivo anche gli e-store europei sono presenti con pagine dedicate nei diversi social.
In questo caso, differenze si possono riscontrare non solo tra settore e settore ma anche a seconda dei paesi di appartenenza, in Nord Europa si registra una minore presenza di e-store su YouTube e Instagram, mentre in Europa Occidentale e Meridionale l’utilizzo di Twitter è più comune.
Un’altra particolarità risiede anche nella natura degli e-store stessi: quelli che sono multi canale e affiancano punti vendita al sito utilizzano in media più spesso Instagram e Youtube rispetto a chi è puramente dedicato alla vendita online.
A prescindere dalle differenze, però i canali social più utilizzati sono:
- Facebook, con il 93% degli e-store presenti
- Instagram, con il 77%
- Youtube, con il 66%
- Twittwr, con il 42&
- Pinterest, con il 20%
- Linkedin, con il 19%
Utilizzo di app
Quasi ogni persona nel Vecchio Continente ha a disposizione uno smartphone, ciò rappresenta un ulteriore canale per entrare in contatto diretto con potenziali clienti.
Non sorprende quindi che l’utilizzo di app sia diffuso tra gli e-store, soprattutto se è alto il numero di visitatori.
Circa il 93% di estore che vanta più di 200 milioni di visite annue, mettono a disposizione un app (46% su android, 45% ioS e 1% Huawei app).
L’utilizzo di app per dispositivi mobili nella scena dell’e-commerce in Europa è strettamente legato al settore, vediamo:
- Beni alimentari, alcolici e cibo per animali, 72% degli e-store
- Moda, accessori e calzature, 65%
- Beni di consumo, 62%
- Cura del corpo, igiene, farmaci, 55%
- Libri, videogiochi, musica e film, 43%
- Elettronica e accessori, 34%
- Accessori sportivi, hobby e giocattoli, 31%
- Utensili e oggettistica per la casa e il giardino, 28%
- Accessori per i mezzi di trasporto (macchina, motocicli e biciclette), 21%
Riflessioni finali sull’e-commerce in Europa
Il mercato del e-commerce europeo rappresenta un ambiente dinamico dove si prospettano ampi margini di crescita. La popolazione è abituata ai canali digitali ed è generalmente abituata all’acquisto.
Immettersi in questo mercato con le giuste strategie di internazionalizzazione digitale può rappresentare un’occasione per sviluppare e diversificare l’export aziendale, sfruttando i vantaggi che il Mercato Unico offre alle imprese.
Noi di MC Marketing e Comunicazione lo sappiamo bene! Per questo siamo a tua disposizione per approfondire il tema, sia tramite contenuti gratuiti consultabili nella nostra Academy sia entrando in contatto direttamente con noi!