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Marketing digitale in Cina: i trend del momento
Per un'azienda italiana che vuole espandersi nel mercato del Far East, dotarsi di una strategia di marketing digitale in Cina è un must.
Questo perché nel corso degli ultimi anni, i rapporti commerciali tra Italia e Cina si sono intensificati.
Nel giro di un solo decennio il valore degli scambi commerciali tra i due paesi è quadruplicato, fino a raggiungere un valore di 45 miliardi di euro nel 2020.
Nonostante ciò, sono ancora molte le aziende che commerciano nel mercato cinese ma utilizzano o sfruttano al meglio canali digitali per promuovere i loro prodotti, e rischiano quindi di perdersi una fetta importante di clientela, vista la prominente crescita dell’utilizzo di sistemi di e-commerce e digital marketing per fare impresa al giorno d’oggi.
L’alto potenziale di crescita del marketing digitale in Cina
Guardando al report steso dall’accademia di marketing “Miaozhen”, il digital marketing in Cina sta crescendo secondo lo stesso andamento delle spese di marketing che stanno sostenendo le imprese che operano nel suddetto mercato, con una crescita, quindi, che si aggira intorno al 19%.
Un’osservazione interessante riguarda il paragone tra le imprese più giovani e quelle più mature: nonostante il budget delle prime sia minore, queste stanno investendo molto di più rispetto alle altre sul digital marketing, in quanto quelle più mature e con un budget maggiore prestano più attenzione all’immagine dell’azienda e al mantenimento di una relazione con i clienti.
La scelta delle imprese più piccole si traduce nel fatto che, nel mondo del web, video di breve durata, i social media e l’e-commerce riceveranno più attenzione in futuro, e si stima che occuperanno rispettivamente il 79%, il 77% e il 57% delle pubblicità.
Inoltre, gli inserzionisti reputano che la trasformazione digitale del marketing sia molto importante, difatti si sta espandendo l’uso dell’intelligenza artificiale per la creazione di contenuti pubblicitari creativi.
In particolare, analizzando il livello di applicazione digitale, risulta che l’attuale uso dell’e-commerce occupi il 30/40% delle strategie intraprese dagli advertisers.
Attualmente, nel marketing digitale cinese, molte sezioni sono ancora in via di sviluppo; quindi, c’è un ampio spazio di sviluppo e un alto potenziale per le imprese europee, ma soprattutto italiane, per entrare nel mercato digitale in Cina.
Sempre facendo riferimento al report, è previsto un tasso di crescita del marketing attraverso i social media in Cina del 18% nel 2022: si prevede che quasi la totalità degli advertisers, sia dei brand emergenti che di quelli maturi, aumenterà l’uso dei social media come strumento di marketing, focalizzandosi sull’uso di video di breve durata e usando profili social ufficiali per far conoscere l’azienda.
Gli strumenti fondamentali per il marketing digitale in Cina
Per analizzare più nel vivo l’importanza che assumono gli strumenti di digital marketing nel commercio con la Cina, secondo “China Internet Watch”, se nel 2012 il 49, 4% degli utenti cinesi ha guardato video sul proprio smartphone, oggi questa cifra è salita al 76.7% ed è destinata a salire sempre di più.
Va da sé, quindi, che se le imprese vogliono entrare nel mercato cinese, il quale sta crescendo sempre di più, e di conseguenza offre sempre più opportunità alle imprese, devono puntare sugli strumenti che i social media offrono, i quali sono:
- Video: L’utilizzo di video funziona e riesce ad attrarre l’attenzione del consumatore: è efficace perché offre un’esperienza a trecentosessanta gradi, utilizzando la parte visiva, il testo e l’audio. È interessante riportare l’esempio concreto di Tiffany & Co, la quale è riuscita a conquistare un’ampia fetta di mercato grazie all’utilizzo di video per promuovere i suoi prodotti fornendo un’immagine che si basa sulla figura di una donna emancipata e forte nella vita di tutti i giorni.
- WeChat: Un’altra risorsa che è fondamentale tenere in considerazione per sviluppare il proprio digital marketing in Cina è “Wechat”, l’app di messaggistica più usata in Cina, con oltre un miliardo di utenti attivi mensilmente. Non solo è possibile inviare messaggi, ma anche seguire individui e soprattutto account ufficiali di aziende, che possono registrarsi gratuitamente. Wechat, in Cina, può essere vista come la piattaforma social più adatta per attuare l’e-commerce in Cina, in quanto potenzia allo stesso tempo le attività social e quelle di e-commerce. Difatti, i cinesi passano molto tempo su questo social, ed è proprio tramite questo che è possibile raggiungere la quota maggiore di clienti: conviene alle aziende, e in questo contesto gli utenti sono più propensi a ricevere messaggi pubblicitari. Molte imprese hanno aperto degli shop online all’interno di WeChat.
- O2O: Una altra tendenza che sta andando per la maggiore in Cina è “O2O, Online-to-Offline Commerce”, un marketplace sia digitale che fisico. È del tutto innovativo, in quanto permette di ottenere la convergenza tra online e offline, eliminando la divisione tra negozio fisico ed e-commerce, facendo vivere al consumatore un’esperienza più completa possibile. È possibile, ad esempio, che un annuncio online a livello locale mostri all’utente in mobilità dove trovare un certo prodotto che ha cercato online di recente all’interno di un punto vendita vicino alla sua posizione. I consumatori scoprono i prodotti online, selezionando i prodotti che preferiscono e possono ora valutarli offline nella showroom dedicata o presso i negozi, l’intero processo è connesso digitalmente con account interattivi di WeChat e siti web. Questo permette quindi anche alle aziende europee, ma soprattutto italiane, di entrare nel commercio cinese pur essendo fisicamente distanti.
- QQ: Questo canale è prima di tutto una piattaforma di messaggistica istantanea, ma offre anche servizi aggiuntivi come e-mail, giochi, blog e pagamenti online. È molto utile per le aziende, in quanto consente di creare gruppi di interesse con i quali condividere contenuti, inoltre offre strumenti per l’analisi di marketing sui fan delle pagine ed inoltre è molto adatto all’email marketing.
- Campagne marketing Partecipative: Un altro interessante spunto riguarda la diretta partecipazione dei consumatori nelle campagne di marketing, i quali devono essere incoraggiati a partecipare attivamente: emblematico è il caso di Ferrari, che, sempre nel mercato cinese, ha chiesto ai partecipanti di un concorso che ha indetto di comporre una poesia che rappresentasse il brand, per poi regalare un orologio Ferrari ai primi tre vincitori. In particolare, i consumatori sono sempre più attivi e forniscono un importante apporto nella creazione di contenuti, rappresentando un utile spunto per la creazione di nuove idee. Quindi, attraverso l’uso dei social media per le proprie campagne di marketing, le imprese ottengono un duplice vantaggio: non solo fidelizzano i consumatori, sponsorizzando così indirettamente il proprio brand e i propri prodotti, ma riescono anche a sviluppare idee innovative di marketing utilizzando i consumatori stessi, quindi arrivando a sviluppare soluzioni più vicine al cliente.
Un potenziale da non lasciarsi sfuggire
Alla luce delle riflessioni e dei dati presentati, è evidente come i canali social stiano diventando sempre più importanti per raggiungere un’ampia parte della clientela, e che quindi le imprese, per stare al passo con il mercato e la concorrenza, e soprattutto per poter entrare nel mercato cinese che offre molte potenzialità e opportunità di alti profitti, debbano affidarsi all’e-marketing e all’e-commerce.
MC Marketing e Comunicazione può vantare partnership con realtà prestigiose dello scenario del marketing digitale in Cina ed è a tua disposizione qualora avrai bisogno di un aiuto per gettare le basi della tua strategia e farti diventare protagonista di questo mondo straordinario!
L'e-commerce in Europa, un'opportunità per l'export.
Una premessa
Negli ultimi due anni l'e-commerce in Europa ha registrato una crescita importante, complice anche la pandemia che ha costretto il mondo intero ad acquistare via internet non potendo accedere ai negozi materiali.
Il cambiamento nelle abitudini d'acquisto è diventato un'abitudine regolare per molti consumatori che continuano ad acquistare online e le indagini sembrano indicare come nel Vecchio Continente questa preferenza per l'acquisto online continui a crescere e a interessare fette sempre più grandi del mercato.
Una panoramica sull'e-commerce in Europa
Il rapporto pubblicato nel 2021 sull'e-commerce in Europa mostra come, fra tutte le suddivisioni geografiche del Vecchio Continente, sia la l’Europa occidentale è la regione più forte in termini di fatturato nell’e-commerce B2C, detenendo il 64% del fatturato totale nel 2020. Al secondo posto segue l’Europa meridionale con il 16% del fatturato totale, mentre l’Europa centrale (8%), l’Europa settentrionale e orientale (entrambe 6%) sono ultime.
L'e-commerce in Europa si configura come un mercato ampio ma anche molto diversificato: le digital skills e le infrastrutture digitali non sono distribuite uniformemente nei paesi che compongono l'Unione.
Altri risultati chiave mostrano che l’uso di Internet in Europa è aumentato all’89% nel 2020, rispetto all’87% nel 2019 e all’85% nel 2018, con l’Europa occidentale (95%) che ha recuperato terreno rispetto al Nord Europa (96%). Il numero di acquirenti online è aumentato più rapidamente nel corso del 2020 rispetto agli ultimi 4 anni, con il 71% della popolazione che ha acquistato da un e-store (rispetto al 66% nel 2019 e al 64% nel 2018).
Per quanto riguarda i paesi che si distinguono per la percentuale più alta di e-shoppers, ossia di clienti di e-commerce in Europa, nelle prime 5 posizioni svettano:
- Regno Unito, con il 92% della popolazione che compra quotidianamente online
- Paesi Bassi, con il 91%
- Svizzera e Danimarca con il 90%
- Germania e Norvegia con l'87%
- Svezia con l'86%
L'Italia, con il suo 54% di popolazione e-shopper, si colloca nella bottom ten dei paesi europei. Un dato che dovrebbe farci riflettere, dal momento che l'Italia è tuttora la terza economia dell'Unione Europea.
Per quanto riguarda i principali prodotti e servizi che vengono acquistati in Europa, in prima posizione si colloca il settore dell'abbigliamento e degli accessori, segue l'entertainement con il mondo film (sia come download che come abbonamento a servizi di streaming) e segue in terza posizione l'acquisto di mobili e arredamento casa-giardino.
E da quali venditori ci si rivolge? In media i consumatori UE preferiscono acquistare dai venditori dello stesso stato d'appartenenza per poi preferire venditori di altri paesi UE (l'Italia pure rientra in questo trend: i consumatori italiani preferiscono acquistare principalmente da e-seller italiani e poi rivolgersi ad altri e-seller europei).
Ma se questi sono i comportamenti dei consumatori europei e le loro preferenze... cosa dire delle aziende europee? Occorre fare una distinzione tra piccole aziende e grandi aziende.
Piccole e medie imprese europee
Le piccole e medie imprese europee (si considerano piccole-medie imprese quelle realtà che impiegano dai 10 ai 249 dipendenti), mostrano più bassi livelli di implementazione di tecnologie digitali, nello specifico:
- Solo il 20% circa delle pmi europee registra vendite con strumenti digitali;
- Questo dato scende al 17% (per vendite B2C, per quanto riguarda le vendite B2B la percentuale si assesta al 14%)se si registrano solo vendite di web-sales, attraverso siti web, app o marketplaces;
- Le PMI che fanno utilizzo di dati lavorati internamente tramite tecnologie di machine learning sono solo il 2%;
- La percentuale di utilizzo di chatbot o assistenti virtuali per rispondere alle richieste dei clienti è del 2%;
- Solo il 6% delle PMI fa utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale;
Grandi imprese
Le grandi imprese (si intendono quelle realtà con più di 250 dipendenti), la situazione cambia leggermente ma mostra sempre ampi margini di miglioramento:
- Il 43% circa delle grandi imprese europee registra vendite con strumenti digitali;
- Questo dato scende al 28% (per vendite B2C, per quanto riguarda le vendite B2B la percentuale si assesta al 18%)se si registrano solo vendite di web-sales, attraverso siti web, app o marketplaces;
- Le grandi imprese che fanno utilizzo di dati lavorati internamente tramite tecnologie di machine learning sono solo il 11%;
- La percentuale di utilizzo di chatbot o assistenti virtuali per rispondere alle richieste dei clienti è del 6%;
- Mentre il 17% delle grandi imprese fa utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale;
Una panoramica sugli e-store del Mercato Unico
Abbiamo gettato una luce sull'andamento dell'ecommerce in Europa e abbiamo visto le caratteristiche digitali delle pmi e grandi imprese, ora gettiamo uno sguardo sui tratti distintivi degli e-seller europei.
Quali canali usano? Quali sono i principali trends? Analizziamoli insieme.
Metodi di contatto
Essere reperibili è importante per poter offrire al cliente l'assistenza di cui ha bisogno.
In un mondo sempre dove le tecnologie aumentano, aumentano anche i touchpoints a disposizione e questo si rispecchia anche nel numero medio di canali che gli e-store europei mettono a disposizione dei clienti.
Il numero medio di opzioni di contatto è 3.3 e a seconda del settore, possono variare (nel settore moda va forte come strumento l'instant messaging, mentre i servizi di chat sono poco utilizzati negli e-store di beni alimentari).
Al netto delle differenze che variano da settore in settore, a livello generale questa è la classifica dei metodi di contatto più comunemente impiegati:
- Telefono, con il 90% degli e-store che offre il servizio
- Indirizzo di posta elettronica, con il 74%
- Moduli di contatto, con il 66%
- Chat, con il 47%
- Instant messaging e VoIP, con l'11&
- Fax, con l'8%
Uso dei social nell'e-commerce in Europa
I social media sono parte integrante della nostra quotidianità e per questo motivo anche gli e-store europei sono presenti con pagine dedicate nei diversi social.
In questo caso, differenze si possono riscontrare non solo tra settore e settore ma anche a seconda dei paesi di appartenenza, in Nord Europa si registra una minore presenza di e-store su YouTube e Instagram, mentre in Europa Occidentale e Meridionale l'utilizzo di Twitter è più comune.
Un'altra particolarità risiede anche nella natura degli e-store stessi: quelli che sono multi canale e affiancano punti vendita al sito utilizzano in media più spesso Instagram e Youtube rispetto a chi è puramente dedicato alla vendita online.
A prescindere dalle differenze, però i canali social più utilizzati sono:
- Facebook, con il 93% degli e-store presenti
- Instagram, con il 77%
- Youtube, con il 66%
- Twittwr, con il 42&
- Pinterest, con il 20%
- Linkedin, con il 19%
Utilizzo di app
Quasi ogni persona nel Vecchio Continente ha a disposizione uno smartphone, ciò rappresenta un ulteriore canale per entrare in contatto diretto con potenziali clienti.
Non sorprende quindi che l'utilizzo di app sia diffuso tra gli e-store, soprattutto se è alto il numero di visitatori.
Circa il 93% di estore che vanta più di 200 milioni di visite annue, mettono a disposizione un app (46% su android, 45% ioS e 1% Huawei app).
L'utilizzo di app per dispositivi mobili nella scena dell'e-commerce in Europa è strettamente legato al settore, vediamo:
- Beni alimentari, alcolici e cibo per animali, 72% degli e-store
- Moda, accessori e calzature, 65%
- Beni di consumo, 62%
- Cura del corpo, igiene, farmaci, 55%
- Libri, videogiochi, musica e film, 43%
- Elettronica e accessori, 34%
- Accessori sportivi, hobby e giocattoli, 31%
- Utensili e oggettistica per la casa e il giardino, 28%
- Accessori per i mezzi di trasporto (macchina, motocicli e biciclette), 21%
Riflessioni finali sull'e-commerce in Europa
Il mercato del e-commerce europeo rappresenta un ambiente dinamico dove si prospettano ampi margini di crescita. La popolazione è abituata ai canali digitali ed è generalmente abituata all'acquisto.
Immettersi in questo mercato con le giuste strategie di internazionalizzazione digitale può rappresentare un'occasione per sviluppare e diversificare l'export aziendale, sfruttando i vantaggi che il Mercato Unico offre alle imprese.
Noi di MC Marketing e Comunicazione lo sappiamo bene! Per questo siamo a tua disposizione per approfondire il tema, sia tramite contenuti gratuiti consultabili nella nostra Academy sia entrando in contatto direttamente con noi!
Cogli le opportunità del digitale con un Digital Export Manager!
Una premessa necessaria
Perché trattiamo di Digital Export Manager? Perché per l’Italia l’export rappresenta il vero motore dell’economia, con il valore del ‘made in Italy’ è ad oggi riconosciuto in tutto il mondo.
L’Italia è passata negli ultimi dal decimo posto all’ottavo nella classifica dei Paesi esportatori con una quota di mercato dell’2,8%. Un grande risultato che sottolinea sempre l’importanza per tutte le aziende, PMI comprese, di affacciarsi nei mercati internazionali.
Per fare ciò alle imprese serve avviare una strategia di internazionalizzazione sui mercati esteri o affermare la presenza di un’azienda nei mercati esteri di riferimento, sfruttando anche le occasioni offerte dalle tecnologie digitali.
Ma soprattutto le PMI spesso possono essere in difficoltà ed andare contro ad una serie di problematiche nell’affacciarsi nei mercati esteri come il fatto che potrebbero non riuscire a raggiungere determinati mercati o il fatto di non disporre di un ufficio estero. Leggere di più
ESSERE WANGHONG PER COGLIERE LE OPPORTUNITÀ DELLA CINA
ESSERE WANGHONG PER COGLIERE LE OPPRTUNITÀ DEL MERCATO DIGITALE CINESE
Essere wanghong (dal mandarino "wangluo hongren", letteralmente essere caldi nella rete) è ormai un must per il mercato digitale cinese.
Questo perché la Cina è il mercato di riferimento per quanto riguarda l’innovazione digitale e detta le abitudini dagli alti livelli fino al consumatore finale - basti pensare che sono cinesi le innovazioni del messaggio vocale e del QR code-.
Al giorno d’oggi app come ad esempio WeChat sono usate da centinaia di milioni di persone, un numero enorme di potenziali consumatori.
Senza considerare le app di social commerce come DouYin, TaoBao e Kuaishou che uniscono contenuti di e-commerce e segmenti di live streaming risultanfo sempre più attrattive per i consumatori cinesi.
Per questo le aziende devono capire come utilizzare queste app per cercare di promuovere i loro business, diventando appunto wanghong.
COSA SIGNIFICA ESSERE WANGHONG E CHI SONO
Il termine wanghong è una parola davvero interessante.
Il neologismo è composto da due caratteri: quello di “rete” e quello di “rosso” ma anche e sopratutto “caldo”.
Ecco quindi che wanghong è diventato il neologismo per identificare il contenuto più in del web, ma non solo.
Wanghong ha seppellito il termine “cool” in cinese, tanto per cui wanghong ormai lo si può dire di tutto, da un prodotto ad una città.
E quando qualcosa viene definita come wanghong, significa che si parla di qualcosa di celebre e invidiabile.
Obiettivo di un brand in Cina è quindi, quello di diventare wanghong.
Chi sono gli wanghong?
Il termine è nato per designare le cosidette “celebrità di internet”.
Queste sono una sorta di influencer che usano la loro popolarità per pubblicizzare ai loro fan beni o servizi.
Gli strumenti più importanti per loro sono le piattaforme di social media cinesi: gli Wanghong si presentano su WeChat, Sina Weibo, Tik Tok (solo per citarne alcune).
L’enorme numero di fedeli seguaci e fan viene mobilitato ed è pronto ad acquistare qualsiasi prodotto consigliato dal loro influencer di riferimento.
Questo perché gli Wanghong sono in grado di mettere un volto e un allure ai prodotti, invece di puntare tutto sulla forza di un brand che di per sé è anonimo e impersonale.
Pubblicando immagini o video in streaming utilizzando o indossando un prodotto, gli Wanghong convincono i loro follower ad acquistare questi prodotti grazie ad una relazione che si instaura tra celebrità e fan.
Un Wanghong per essere tale, può giocare su diversi aspetti quale l’aspetto, il carisma, la personalità e il senso dell’umorismo e ottengono il loro successo attraverso la condivisione di contenuti appositamente creati per le diverse piattaforme social (Weibo, Wechat, Taobao).
BUSINESS MODEL: ONLINE RETAILING E SOCIAL MEDIA ADVERTSING
Sono due i modelli di business che un wanghong può utilizzare nella sua attività: online retailing e social media advertising.
Online retailing
Per quanto riguardo il primo modello di business dell’online retailing, gli Wanghong vendono i loro stessi prodotti, pubblicizzandoli soprattutto tramite live.
A volte possono anche collaborare con brand che creano i prodotti che loro stessi hanno progettato. Poi li pubblicano sui loro social media o e-commerce affinchè i loro fan possano acquistarli.
Questi ovviamente sono molti influenzati nel comprare questi prodotti perché comprandoli è come se si sentissero di potersi relazionare di più con prodotti creati da persone come loro.
Allo stesso anche gli Wanghong sono influenzati nella creazione del prodotto dai loro fan in quanto avendo un forte rapporto con loro, sanno cosa gli piace e ne tengono conto nella creazione dei loro prodotti.
Social media advertising
Per quanto riguardo il modello del social media advertising gli Wanghong lavorano con marchi affermati per pubblicizzarne prodotti o servizi ai loro fan
. I brand pagano gli Wanghong che in cambio creano contenuti accattivanti per ispirare la loro fan base ad acquistare questi prodotti o servizi.
In questo caso è importante che le aziende scelgano un Wanghong adatto, con uno stile simile ai prodotti che vogliono pubblicizzare, cioè identificare quelli che possano comunicare con la nicchia di mercato a cui è rivolto il prodotto.
IL DIGITALE CINESE, UN MONDO IN CONTINUA EVOLUZIONE
Il mercato digitale cinese, è un mondo in continuo sviluppo, dove nascono nuove figure e i coni d’ombra non mancano... Analizziamoli insieme.
Non solo Wanghong: ad ogni utente il suo influencer
Per questo affianco agli Wanghong, man mano che il mercato digitale andava evolvendosi, sono nati anche altri tipi di influencer come i KOL (Key Opinion Leaders) e i KOC (Key Opinion Consumers).
Qual’è la differenza? Possiamo dire che gli Wanghong sono influencer professionisti, mentre i KOL hanno spesso altri lavori.
Questi sono infatti in primis figure esperte in un determinato settore, diventate poi famose nel web.
La maggior parte di loro è nata dopo gli anni 80 e 90 quindi il loro pubblico in genere è giovane quanto loro, solitamente si tratta di Millenials o della Generazione Z, e li percepiscono come più credibili e vicini a loro rispetto ad uno spot pubblicitario creato a tavolino.
Invece i KOC sono veri e propri consumatori, che forniscono le loro opinioni e raccomandazioni.
Anche se hanno un numero di iscritti minore, hanno comunque un grande impatto sul loro pubblico in quanto nelle recensioni dei prodotti non sono pagati dal brand e ciò li rende genuini agli occhi di chi li segue.
Inoltre questi avendo meno follower posso entrare meglio in contatto con la propria community e le persone sembrano più che parlano con un amico che con un brand ambassador risultando loro più autentici e affidabili.
Ogni influencer ha uno stile comunicativo e modi di fare differenti, oltre che un pubblico differente; per questo è fondamentale che le aziende scelgano il giusto influencer coerente con ciò che vuole mostrare al pubblico e riuscire ad essere così veramente wanghong.
Le Big Tech cinesi investono nel metaverso
Il mercato digitale cinese è un mercato in fermento e sempre pronto all'innovazione. Si è anche molto parlato di metaverso in Cina: pare che il metaverso cinese potrebbe separarsi da quello globale e secondo Morgan Stanley il mercato del metaverso potrebbe assumere il valore complessivo di 52 trilioni di yuan, vale a dire oltre 7,2 trilioni di euro.
Infatti sei dei giganti della tecnologia cinese, tra cui Baidu, Alibaba e Tencent (collettivamente noti come BAT), sono entrati tra le prime 10 aziende al mondo che hanno depositato il maggior numero di domande di brevetto VR/AR negli ultimi due anni.
A cominciare fu Baidu alla fine del 2021 che lanciò la sua app “Land of Hope” con cui attraverso la creazione di avatar, il software consente agli utenti di entrare in un ambiente virtuale che combina storia cinese ed ambienti futuristici.
Ad inizio 2022 è stata poi lanciata un’applicazione di nome “Jelly”, che permette all’utente di creare una versione virtuale di sé e interagire con un massimo di 50 amici in uno spazio condiviso e che ha superato addirittura WeChat sull’iOS App Store cinese per diventare la più scaricata della settimana.
Forse è ancora troppo presto per sapere come lo sviluppo del metaverso influenzerà il modo di essere wanghong nel digitale cinese, ma senza dubbio non mancheranno le sorprese!
E mentre le trasformazioni avvengono, il nostro compito è quello di rimanere aggiornati sull'evoluzioni del mercato digitale più grande del mondo, al fine di poter apprendere nuove lezioni!
I Brand alla conquista del mercato di seconda mano con il digitale!
I Brand della moda puntano al mercato di seconda mano grazie al digitale!
Il mercato di seconda mano relativo al settore della moda è oramai un business multimiliardario di cui tutti hanno sentito parlare almeno una volta.
Senza da un lato, i privati hanno la possibilità di guadagnare qualcosina liberando allo stesso tempo spazio nell’armadio, dall’altro questo fenomeno non è rimasto inosservato al settore fashion.
Da fenomeno grassroots, nato dall’iniziatva dei singoli, il secondhand market rappresenta un’ottima strategia per i brand di raggiungere nuovi clienti e farsi conoscere sotto una luce differente.
Le strategie intraprese dai Brand più celebri
Notando il continuo incremento del fatturato e della popolarità del second hand clothes, alcuni brand si sono spinti oltre i loro obiettivi “standard”, decidendo di approdare in questo nuovo mercato.
Di solito, le strategie seguite per sfruttare le potenzialità di questa nuova frontiera del mercato del fashion:
- Appoggiandosi direttamente a siti o app specializzate, creando una pagina aziendale apposita;
- Realizzando i propri marketplace dedicati al commercio di seconda mano, con il fine di gestire internamente il flusso della compravendita;
Gli esempi sono numerosi, oggi ci soffermiamo lo sguardo su quattro esempi da manuale: due marchi d’alta moda e due marchi celebri, ma accessibili ad una clientela più ampia.
Il lusso sceglie “The RealReal”
“Stella McCartney” è il primo marchio di lusso ad aver portato a termine un accordo con “The RealReal”, un mercato online specializzato nella vendita di abiti di seconda mano di alta moda.
Credendo fortemente nell’economia circolare, “Stella McCartney” promuove un sistema di iniziative di sostenibilità per sensibilizzare i consumatori ad effettuare acquisti più consapevoli nel rispetto dell’ambiente.
Questa attenzione però va a braccetto con un’attenta strategia di marketing, al fine di incentivare gli acquisti nelle boutique.
Per esempio, spedendo a “The RealReal” un capo di abbigliamento firmato “Stella McCartney”, si ottiene la possibilità di ricevere un buon del valore di 100 dollari, da spendere online o in un negozio fisico, per comprare prodotti dello stesso brand.
Rimanendo invece in territorio nazionale, scopriamo la collaborazione, risalente al 2020, tra l’azienda italiana “Gucci” e “The RealReal”.
Il marchio “Gucci” si è così avvicinato ulteriormente al concetto di economia circolare e di moda sostenibile, impegnandosi, per di più, per ogni articolo venduto su “The RealReal”a piantare un albero, tramite l’organizzazione no profit “One Tree Planted”.
“Asos” e “Levi’s” giocano in casa
“Asos” e “Levi’s”, invece, hanno puntato ad una strategia radicalmente differente.
Anziché appoggiarsi a marketplace dell’usato già esistenti, hanno deciso di creare le proprie piattaforme per vendere abbigliamento di seconda mano.
“Asos” è un sito web di origine britannica, esperto nella vendita di vestiti e cosmesi, che comprende diversi brand di moda che hanno deciso di affidare una parte dei loro traffici commerciali a questo canale di vendita molto in voga tra i giovani.
Recentemente i proprietari dell’azienda hanno creato all’interno del sito una sezione dedicata al second hand clothes: è nata così “Asos Marketplace”, che permette a chiunque di vendere vestiti usati trattenendo una commissione del 10% sul prezzo fissato.
La storica azienda di jeans “Levi’s” ha invece lanciato la piattaforma “Levi’s SecondHand” con l’obiettivo di “Mantenere l'ambito Levi's ® in circolazione e fuori dalle discariche”.
Il funzionamento è molto semplice: i clienti possono restituire jeans e giacche usati, ovviamente a marchio “Levi’s”, per ricevere in un secondo momento una carta regalo, il cui valore dipende dalle condizioni degli abiti consegnati, da spendere sul sito o nei negozi fisici “Levi’s”.
Per concludere
Attualmente non sono molti i brand che si sono affacciati a questo mondo; forse è una questione di tempo o magari preferiscono che piattaforme o applicazioni dedicate, come “Vinted” o “Depop”, se ne occupino.
Certo che incentivare i clienti a restituire abiti usati per ottenere in cambio gift card o sconti è un’ottima mossa strategica, facilmente realizzabile e... imitabile!
Il digitale si conferma come foriera di opportunità, l'importante è saperle cogliere!
Come diciamo noi di MC Marketing e Comunicazione, l'importante non è essere un'azienda grande ma un'azienda evoluta!
Il second hand market diventa una risorsa con il digitale!
L’esplosione del second hand market nel settore dell’abbigliamento: il futuro sostenibile del settore moda è alla portata di tutti con un semplice click!
Impossibile, negli ultimi tempi, non aver sentito parlare di second hand market, ovvero del mercato di seconda mano o mercato dell’usato.
Un fenomeno che si sta imponendo in maniera significativa, in particolar modo nel mondo online, grazie anche ai social, usati come mezzo di diffusione dalle principali piattaforme protagoniste di questo settore.
Grazie allo sviluppo di app apposite, questo mercato rappresenta un canale di vendita da non sottovalutare, soprattutto per le piccole attività della Moda!Leggere di più
Moda e Metaverse: due mondi sempre più vicini!
I marchi della moda puntano sul metaverse
In questo periodo di trasformazioni, il mondo della moda e Metaverse sembrano avvicinarsi sempre più.
In concomitanza con la Milano Fashion Week, il gruppo Benetton annuncia l'apertura di un punto vendita nel Metaverso, un riflesso del punto vendita in Corso Vittorio Emanuele, pronto ad offrire un'esperienza di acquisto radicalmente diversa.
Ma perché Benetton ha fatto questa scelta? E come si muovono gli altri Brand della moda? Scopriamolo insieme.Leggere di più
Il Made in Italy cavalca il Dragone Digitale
Made in Italy: il futuro sta nel mercato digitale del Dragone!
Il Made in Italy gode, oggi, di un'ottima reputazione ed è in grado di collocarsi in maniera eccellente nel mercato internazionale.
Ma non per questo possiamo riposarci sugli allori! Implementare una strategia di internazionalizzazione studiata a tavolino è una necessità, per evitare di lasciare inespresso il potenziale di un marchio Made in Italy.Leggere di più
Riparti con l'Export Digitale
L’Export Digitale come chiave per la ripresa del Made in Italy
Le statistiche parlano chiaro: la pandemia ha favorito l’export digitale, spingendo aziende e consumatori a fare un uso maggiore di questo canale, favorendo così quel troppo spesso rimandato processo di digitalizzazione e globalizzazione delle nostre realtà produttive.
Grazie alle opportunità che si aprono con la svolta digitale, anche le micro e PMI possono ritagliarsi un ruolo da protagoniste nei mercati internazionali.
E se a frenare i nostri imprenditori è il timore di dover impiegare risorse consistenti, ci pensa lo Stato a venire in supporto delle attività.
Il MISE ovviamente agevola questo processo di transizione, sottolineando la necessità di alfabetizzare le aziende e fornendo voucher per l’internazionalizzazione, con l'obiettivo di ricorrere ai servizi di un Digital Temporary Export Manager che possano accompagnarle nella realizzazione di strategie commerciali adatte al nuovo mercato digitale.
Tra le agenzie certificate da Invitalia, in grado di offrire servizi di Digital Export Manager ci siamo noi di MC Marketing e Comunicazione. Offriamo da 40 anni le tecniche più innovative di analisi di marketing ed inserimento nel mercato, mentre l'esperienza che abbiamo maturato nel web comincia dal lontano 1997, coinvolgendo la nostra rete di partner mondiale
L'e-commerce come primo passo per l’Export Digitale
Da un punto di vista tecnico, l’export digitale parte da una piena accettazione e familiarità della tecnologia dell’e-commerce, che si è dimostrato fondamentale per il cambiamento dei processi di acquisto.
Con l’apertura ad un commercio online in mercati esteri si può inoltre rafforzare un settore già esistente oppure aprirsi a nuove opportunità.
Fondamentale poi l’attitudine ad incontrare nuove realtà burocratiche e culturali, non possiamo certo aspettarci che le strategie che utilizziamo per vendere tramite il nostro e-commerce nel mercato nazionale possano essere adatte anche ai mercati esteri.
L'esempio da manuale è rappresentato dal mercato digitale in Cina: per accedervi è necessario un attento e scrupoloso iter preventivo a cui segue un costante lavoro di negoziazione ed etichetta che possono influenzare molto i rapporti commerciali B2B e B2C.
Avere un'e-commerce è un ottimo primo passo, perché ci rende già avvezzi agli strumenti e alle procedure del digitale, ma se vogliamo far evolvere questa strategia in una di Export Digitale, abbiamo la necessità di affrontare una fase di analisi approfondita, sia del mercato in cui si vuole entrare che dell’azienda da proporre, per essere certi che si tratti della giusta soluzione e per poter redigere una giusta strategia di marketing.
Sviluppo vendite ma non solo
L’export dunque non è solo “farsi trovare dai clienti” ma anche una strategia per consolidare la brand trust tramite un'esperienza di acquisto di qualità.
L’Export digitale si può organizzare in quattro aree di intervento:
- analisi interna e del mercato obiettivo
- definizione di obiettivi, risorse, strategie e scelta dei canali distributivi digitali (individuare i modelli di export digitale: diretto, marketplace, online retailer)
- implementazione delle azioni previste dalla strategia (= fase operativa), l’importanza dell'inbound marketing, lead generation.
- fase di monitoraggio e controllo delle attività
Uno dei valori aggiunti dell’e-commerce è la possibilità, tramite l’utilizzo della tecnologia della blockchain, di gestire lo shop in sicurezza e persino di fornire un certificato di tracciabilità, che rende ancora più appetibile il marchio Made in Italy.
Con le tecnologie più avanzate, si sta inoltre entrando nel mondo virtuale dei Non Fungible Token, che stanno diventando dei veri e propri status symbol del metaverso e del luxury. Ma qui stiamo entrando in una frontiera in continua evoluzione!
L'importante è rendersi conto che le trasformazioni del digitale sono realmente in grado di offrire opportunità irraggiungibili con i canali offline.
Quello che serve per coglierle non è tanto l'essere un'azienda grande o piccola quanto... L'essere evoluti e riconoscere che la svolta digitale fa ormai parte del nostro "new normal".
Cos'è il predictive marketing? Scoprilo con MC!
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Si tratta della prima volta che senti parlare di predictive marketing e non hai idea di cosa stiamo parlando? Allora questo è il blogpost che fa per te!
Con predictive marketing si fa riferimento ad una forma di marketing innovativa che raccoglie, mediante le più moderne tecnologie di elaborazione delle informazioni, informazione sulle esigenze e preferenze d'acquisto dei clienti in modo da fornirgli quei prodotti o servizi capaci di soddisfare in modo preventivo i loro bisogni.Leggere di più