Stop alle pubblicità su Facebook: cos’è la campagna “Stop Hate for Profit”
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Stop alle pubblicità su Facebook: cos’è la campagna “Stop Hate for Profit”
“Stop Hate for Profit” (basta odio per profitto), questo il nome della nuova campagna di boicottagio alla quale stanno partecipando tantissime aziende e multinazionali.
Ma di che si tratta?
Negli ultimi giorni, grande aziende come Starbucks, The North Face e Coca Cola, si sono scagliate contro Facebook (e anche altri social network). Ma Facebook in particolare è il social più colpito, perchè le aziende hanno minacciato per tutto il prossimo mese di non fare più le sponsorizzate (annunci a pagamento) sul noto social di Mark Zuckeberg, che vedrebbe diminuire tantissimo i suoi profitti.
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Il perchè di questo boicottagio dipende dalla sempre maggiore condivisione di contenuti che vengono publicati e condivisi sui social, contenuti con messaggi razziali, basati su fake news, che inneggiano all’odio.
Facebook e il boicottagio delle pubblicità
Ad annunciare questo boicottagio è stato Jim Steyer, numero uno di Common Sense Media, uno degli organizzatori del movimento “Stop HAte for Profit”.
Fino ad oggi sono più di 160 le società che hanno aderito, anche se per la maggior parte aziende locali (cioè che operano negli Stati Uniti).
Tra gli obiettivi futuri vi è quello di estendere il movimento e far si che dilaghi anche in Europa, per spingere i social e le piattaforme online a inserire paletti più severi
La risposta di Twitter
Twitter finora è stato il solo social network che si era esposto apertamente contro Trump, contrassegnando alcuni dei suoi Tweet (razzisti e con messaggi di odio) come fake, come messaggi non validi da cui prendere le distanze.
Diversa invece la reazione di Facebook…
La risposta di Facebook
Inizialmente, Facebook aveva sottolineato come non spettasse al social arbitrare e scegliere quale fosse la verità di alcuni contenuti condivisi sulla piattaforma,
Ma in seguito alla minaccia di boicottagio (solo nella giornata di venerdì Facebook ha subito una perdita in borsa dell’8,3%), nel fine settimana un suo esponente ha dichiarato che etichetterà in modo opportuno i post dei politici che risultino essere falsi, discriminatori, con messaggi di odio, messaggi fuorvianti, ma badando bene a non cancellarli in nome della trasparenza e dell’interesse pubblico.