L’email Marketing è morto?

L’email Marketing è morto?

Il 99% delle persone controlla la posta elettronica ogni giorno.

Con una statistica del genere, non è difficile capire perché l’email marketing sia un punto di riferimento per le campagne di web marketing. Ciò che confonde, tuttavia, è che a volte il ROI dell’email marketing può sembrare un po’ desolante.

 

Una campagna di email senza successo in un mondo in cui l’apertura di email è una parte fondamentale della vita delle persone, può essere fonte di confusione e solleva una domanda importante: Come colmare il divario tra gli utenti che controllano costantemente la loro email, ma non fanno clic sul messaggio del brand in questione?

Quindi, l’email marketing è morto? Oppure, c’è qualcosa che può essere fatto per migliorare l’esperienza di email marketing per i consumatori e gli utenti digitali?

L’email marketing non è morto

L’email marketing come strumento di marketing non è morto. Tuttavia, alcune pratiche, che prima venivano usate, lo sono!

Se al momento usi una strategia di email marketing ma non stai ottendeno i risultati sperati, o non ne stai ottenendo per niente, ecco i consigli per migliorare il ROI dell’email marketing nel 2020!

{{cta(‘f94a1b47-3a9b-4cb5-9cb9-aa41f1cd3a7d’,’justifycenter’)}}

Pratiche “morte” per l’email marketing da non usare più nel 2020

  1. Scrivere l’oggetto dell’email in modo impersonale. L’email marketing inizia prima ancora che i lettori aprano l’email. Le righe dell’oggetto possono incrementare o diminuire l’open rate delle email, una metrica che tiene traccia di quanti utenti aprono le tue email. Ragionando come utente finale, se nella riga dell’oggetto è presente un’emoji, lui o lei sarà molto più propenso ad aprirla rispetto ad altre, perché ciò dimostra che il mittente ha impiegato un po ‘di tempo in più per personalizzare il messaggio.
  2. Ignorare gli standard GDPR. In poche parole, GDPR significa assicurarsi che il lettore autorizzi in modo chiaro e inequivocabile a ricevere email di marketing. La piena conformità alle norme generali sulla protezione dei dati (GDPR) garantisce che l’invio di e-mail di marketing sia legale. Il GDPR è stato creato in modo che i consumatori sappiano che i loro dati sono protetti e utilizzati dalle Aziende e dai brand di cui si sono fidati dando loro le informazioni personali.
  3. Utilizzo di template non ottimizzati per i dispositivi mobile. Il mondo è tutto sugli smartphones ora, il 90% degli utenti apre l’emil direttamente sul proprio cellulare. Per le aziende che utilizzano un qualsiasi software di automazione per l’email marketing, consiglio di controllare le anteprime per gli smartphones e le anteprime del desktop, durante la progettazione e la scrittura dell’mail stessa.
  4. Design dell’email poco attraente. Anche l’occhio vuole la sua parte, ed è davvero indispensabile dedicare del tempo alla progettazione e al design di e-mail che soddisfino i lettori. Le e-mail recentemente sono diventate belle e divertenti, una vera e propria esperienza di visual marketing: dalle animazioni alle GIF e persino ai video integrali incorporati. Le e-mail con tempi di caricamento rapidi, CTA in grassetto e effetti visivi colorati in genere offrono le prestazioni migliori.

 

In conclusione, i motivi per cui potresti non vedere i risultati non sono perché l’email marketing è morto, ma è a causa di un non corretto utilizzo di questo strumento di Inbound Marketing importantissimo! Quindi, prima di abbandonare l’email marketing per sempre, pensa a come puoi rafforzare la tua strategia e se hai bisogno di una consulenza, contattaci!