Attività a valore aggiunto e sprechi in azienda

Come riconoscere le attività a valore aggiunto e gli sprechi in azienda

 

Obiettivo principale di un’impresa è l’impegno nella creazione di valore. Questo principio è fondamentale se l’impresa vuole attirare e conservare sia la clientela che i collaboratori, creare opportunità di crescita professionale e personale, gratificare gli investitori e competere e crescere in modo efficace sul mercato.

Molto spesso, tuttavia, solo una piccola parte delle attività di un’azienda contribuisce alla creazione di valore aggiunto, tutto il resto genera spreco. È sufficiente infatti svolgere una semplice analisi di una qualunque delle nostre attività quotidiane per comprendere quanto poco tempo sia dedicato ad aggiungere valore e quanto invece sia utilizzato in attività non necessarie.

Sapere individuare queste attività è essenziale per poter focalizzare i propri sforzi solo su quelle a valore aggiunto ed eliminare, o quanto meno minimizzare, quelle che al contrario non generano alcun valore.

 

Cosa si intende per ATTIVITÀ A VALORE AGGIUNTO

 

In qualsiasi organizzazione, che si parli di linee di produzione o di attività ufficio, una attività è “a valore aggiunto” se:

1)trasforma o modifica il prodotto;

2)il cliente è disposto a pagare per tale trasformazione o modifica;

3)Viene eseguita correttamente la prima volta;

 Tutte le attività che derogano da questi requisiti sono attività “senza valore aggiunto”, e quindi sprechi o, per i giapponesi, “MUDA”. Queste si suddividono in:

SPRECHI ELIMINABILI

-SPRECHI RIDUCIBILI

Gli sprechi eliminabili sono attività che non dovrebbero esserci, in quanto oltre a non rispondere ai 3 requisiti sopra enunciati, non contribuiscono in alcun modo alla realizzazione del prodotto.

Alcuni esempi:

-Ricerca di codici in magazzino o di attrezzi lungo la linea produttiva

-Ricerca di documenti cartacei in archivio o di file nella rete intranet

-Spostamenti e riposizionamenti di pallet per prelevare materiale non direttamente accessibile

-Travasi di materiale

-Disimballaggio materiali

-Rilavorazione a seguito di errori

-Ri-controlli

-Attività non richieste dal cliente

Gli sprechi riducibili sono attività che in qualche modo al momento non si possono eliminare del tutto, in quanto contribuiscono in qualche modo al processo produttivo.

Alcuni esempi:

-Trasporto materiali

-Attrezzaggio macchine

-Manutenzione impianti

-Carico e scarico macchine

-Percorsi operatore per il prelievo del materiale

 

 

 

Come Riconoscere dunque il VALORE AGGIUNTO e gli SPECHI?

 

Per riconoscere gli sprechi lungo una linea produttiva o lungo un flusso di attività di ufficio è necessario individuare le singole operazioni e domandarsi:

Il cliente è disposto a pagarla?

Se NO:

Contribuisce al processo?

In questo modo invidiamo sia le ATTIVITA’ A VALORE AGGIUNTO sia gli SPRECHI, riducibili o eliminabili.

 

La Sovrapproduzione: la madre di tutti gli sprechi

 

Il concetto che la Sovrapproduzione o Sovra-scorte di materiale è la madre di tutti gli sprechi è nato in Toyota. Da questi infatti si genera il numero più significativo di “MURI” e “MURA“, che portano di conseguenza ad un aumento di MUDA nell’attività aziendale.

In effetti la riflessione operativa nasce dal fatto che più aumentano le scorte o immobilizzi in magazzino come nei buffer inter-operazionali, più si avranno:

-Superfici occupate dal materiale e non usufruibili;

-Immobilizzazioni finanziarie (Materie Prime, Semilavorati o Prodotti Finiti);

-Percorsi operatore, nel tentativo di aggirare le merci stoccate;

-Trasporto di materiale, nel tentativo di aggirare le merci stoccate;

-Ricerche di materiale, in mezzo a moltitudini di codici che generano disordine;

-Riposizionamenti di materiale, nel tentativo di arrivare a codici non immediatamente accessibili per il picking;

-Tempi di attesa per le ricerche di materiale in magazzino, per il completamento da parte della postazione a monte della produzione di grandi lotti;

-Maggiore deperimento e/o obsolescenza del materiale, per la difficoltà di lavorare in logica FIFO e per i lunghi tempi di stoccaggio.

 

Come procedere

 

Consigliamo di scegliere una linea produttiva o un’area del magazzino per un primo giro ispettivo sulla base di una check list con riportati i 7 Sprechi principali, così come introdotti dalla Toyota. Per una analisi più di dettaglio si rimanda all’utilizzo della Value Stream Map (altro strumento tipico della Lean Manufacuring).

L’obiettivo è quello di eliminare le attività senza valore aggiunto e guadagnare tempo per le attività a valore aggiunto, in modo da evitare di aumentare il tempo lavorativo, le scorte, e conseguentemente i costi.